Secondo il rapporto Allianz Risk Barometer 2016, l’interruzione delle attività e della supply chain (BI) rimane per il quarto anno consecutivo il rischio principale per le aziende a livello mondiale (38%). Tuttavia, molte aziende sono preoccupate che le perdite dovute a BI, che solitamente derivano da danni materiali, siano sempre più provocate da attacchi informatici, guasti tecnici o instabilità geopolitica, ovvero da danni immateriali.
In effetti le perdite per BI nelle aziende stanno aumentando e rappresentano, rispetto al decennio scorso, una percentuale maggiore delle perdite complessive, e spesso superano ampiamente le perdite materiali dirette, come mostra l’analisi AGCS sugli indennizzi assicurativi. Le cause principali di interruzione delle attività temute dalle aziende sono le catastrofi naturali (51%), seguite dagli incendi/esplosioni (46%). Tuttavia, secondo i dati del sondaggio, le aziende multinazionali si preoccupano sempre più dell’impatto negativo dell’instabilità geopolitica, poiché guerre o sommosse possono influire sulle loro supply chain, mentre i dipendenti o i beni possono essere oggetto di atti terroristici.
Per la prima volta, fra i primi tre rischi aziendali, rientrano in seconda posizione “l’Evoluzione del mercato” (34%) e in terza gli “Incidenti informatici” (28%). Questi ultimi sono anche indicati come il più alto rischio per le aziende nei prossimi dieci anni. Le catastrofi naturali, invece, perdono due posizioni rispetto alla scorsa rilevazione, classificandosi al quarto posto. Questo riflette il fatto che nel 2015 le perdite dovute a disastri naturali hanno raggiunto il loro livello minimo dal 2009.